Sa Die de Sa Sardigna rappresenta l'anima del popolo sardo contro gli invasori, in quelli che passarono alla storia come i Vespri Sardi.
La storia della Sardegna è molto ricca di avvenimenti, anche se poco conosciuta al di fuori dell’Isola. Probabilmente non tutti sanno che nel 1794, ci fu un'insurrezione popolare, che partì da Cagliari e coinvolse tutta la Sardegna. Fu organizzata dai rivoluzionari sardi, per cacciare i Piemontesi e il Viceré, Vincenzo Balbiano di Chieri. Oggi si festeggia quel giorno con orgoglio, ed è conosciuto come Sa Die De Sa Sardigna, Il Giorno della Sardegna. I sardi chiedevano una maggiore indipendenza dal Regno Sabaudo e l'affidamento di alcuni ruoli strategici, in campo militare e politico, ad esponenti locali. Quando queste richieste furono completamente rifiutate il risultato fu la cacciata dei piemontesi dall’isola.
La Sardegna ha al suo attivo una lunga serie di dominazioni, che ne hanno caratterizzato la storia e la sua identità. Quella dei piemontesi non fu certo la prima. Ci furono i fenici, che arrivarono nell'isola come mercanti, pronti a creare degli insediamenti costieri per il commercio. I cartaginesi, successivamente sostituiti dai romani. I bizantini, gli spagnoli e infine i Savoia. Ciascuna di queste dominazioni ha lasciato un segno tangibile nell’Isola, in particolare nelle zone costiere. Così possiamo trovare nel capoluogo sardo, la più grande necropoli fenicio-punica del mediterraneo, a Tuvixeddu. L'Anfiteatro Romano e tante altre testimonianze tangibili della loro presenza nell’isola. La Basilica di San Saturnino, in centro a Cagliari, in pieno stile bizantino. Sono tantissimi i monumenti simbolo della dominazione spagnola, come le torri che attraversano tutta la costa e che furono erette come difesa.
La Sardegna è una terra che ha sempre suscitato interesse, per la sua posizione strategica nel cuore del mediterraneo prima e per la sua bellezza ora, ai giorni nostri. Il famoso archeologo sardo Giovanni Lilliu parlava, infatti, della “costante resistenziale sarda”: la lotta continua, che l'isola ha dovuto affrontare, contro le invasioni. E’ curioso come però non ci sia mai stata una piena dominazione sul popolo, ma solo una dominazione di tipo territoriale. Queste occupazioni spinsero l'originario popolo sardo a riparare verso l’interno della regione e creare quella dicotomia continente-mare, che tutt'ora è una caratteristica della società dell'isola. Qui convivono due culture diverse all'interno di un unico territorio. Un popolo che non si è fatto conquistare e vive all'interno, mantenendo intatte le sue tradizioni e il popolo costiero, più incline alle influenze provenienti da oltremare.
Nonostante la presenza di questa dicotomia, Sa Die Da Sa Sardigna, celebra l'orgoglio di questo popolo intero. Quando nel 1793 l'esercito francese tentò l’ennesima invasione, i sardi, senza sostegno o rinforzo militare da parte del governo, solo con un esercito di volontari, portarono avanti una strenua battaglia. Cagliari ne conserva ancora oggi i segni. Sono visibili, infatti, sul muro di Palazzo Boyl, nel quartiere di Castello, alcune palle di cannone rimaste li come memoria della battaglia. La città riuscì a resistere strenuamente, nonostante i bombardamenti, e l'esercito francese fu respinto. In seguito a questa vittoria il popolo galvanizzato, che non vide nessun riconoscimento al valore da parte dei Savoia, organizzò una rivolta. I cosiddetti Vespri Sardi. I piemontesi furono cacciati con la forza dall'isola, nel giorno che oggi conosciamo come Sa Die De Sa Sardigna, il 28 aprile 1794, giorno di orgoglio per il popolo sardo, che ricorda la sua forza e la sua voglia di indipendenza.
Dal 1993 Sa Die De Sa Sardigna viene celebrata in tutta l’isola. Ricordando parte della storia che l’ha condotta sino a questo momento. Un’isola che mantiene e crede fortemente nella sua identità e che approfitta di questa ricorrenza per festeggiare il popolo sardo.