S. Efisio: la Festa della Sardegna

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S. Efisio: la Festa della Sardegna

Una Festa che racchiude la Sardegna più vera. La 366° Festa di Sant'Efisio rappresenta una tradizione che racconta tutta una terra. 

 

In Sardegna il Primo Maggio non è semplicemente la Festa del Lavoro. Il Primo Maggio in Sardegna si celebra un rito antico e sentito. Un momento atteso e partecipato. Un evento che raccoglie intorno a sé tutto il popolo sardo e richiama i visitatori da tutto il mondo. Il Primo Maggio in Sardegna si celebra la Festa di Sant’Efisio.

 


Non si tratta della solita sagra religiosa. S.Efisio rappresenta qualcosa di molto più intenso ed importante. Le sue origini sono da ricercare nel momento in cui l’amministrazione comunale cagliaritana, per liberare i suoi cittadini dalla piaga delle peste, fece un voto al Santo, chiedendo la sua intercessione affinché la diffusione della malattia si fermasse. Era il 1652 e gli abitanti di Cagliari, per quello che può essere considerato un miracolo, furono liberati dalla peste. Fu così che il voto fu rinnovato ogni anno. La tradizione non ebbe una pausa neppure durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, quando, una Cagliari distrutta e in ginocchio, chiese al suo Santo una mano dal cielo.

 


Il rapporto di S.Efisio con la Sardegna è da ricercarsi in un passato ancora più lontano. Il Santo, infatti, guerriero convertitosi al Cristianesimo, fu imprigionato nel 303 d.c. in una prigione a Nora, oggi tra le spiagge più belle dell’Isola e importante polo archeologico.

 


Ogni anno, con questo siamo arrivati al 366°, si ripete il tragitto fino al cercare in cui il Santo venne imprigionato e ucciso. E’ una Festa che coinvolge tutta la Sardegna, con tante città e paesi coinvolti e durante l’anno si prepara ad accogliere le reliquie e ad accompagnare la statua in una processione. Una processione che racchiude tutta la cultura e la tradizione di una terra.

 


I preparativi per la Festa iniziano già dal 25 aprile, nel momento in cui si compie il passaggo di consegne tra i guardiani dell’Arciconfraternita del Gonfalone. Il 29 aprile è prevista la vestizione del Santo e il 30 l'intronizzzione. Il Primo Maggio, giornata dedicata completamente all’evento, Su Carradori, l’uomo che guida il cocchio trainato da grossi buoi, allevati esclusivamente per quel compito, si reca di fronte al Palazzo Civico, dove incontra l’Alter Nos, che simboleggia il ringraziamento pubblico della città al Santo.

Viene celebrata la messa, che termina nel giubilo dei fedeli al grido di “Viva S.Efisio”. E’ un momento quasi magico nella sua solennità e forza. Un momento in cui tutti, fedeli e no, si stringono insieme e si sente tutta l’appartenenza a quel luogo e a quella tradizione. E’ una sensazione strana da descrivere ed emozionante da vivere.

 


Dopo la celebrazione religiosa, il cocchio con il Santo sfila per le strade della città, ricoperte di petali di fiori, tra i gruppi di fedeli in abiti tradizionali delle varie città di provenienza, per poi proseguire il suo cammino sino alla chiesetta di Nora. Durante il percorso il cocchio da diverse fermate, tra qui quella al Villaggio dei Pescatori di Giorgino, dove viene spogliato dei gioielli e degli abiti regali e riposto in quello che è conosciuto come il Cocchio di Campagna. Le celebrazioni continuano sino al 4 maggio, giornata in cui il Santo torna nella città di Cagliari, in un’atmosfera densa di fascino e raccoglimento, per trovare riposo nella sua Chiesa, dove verrà sciolto il voto con la messa di mezzanotte. 

 

Quest'anno la Festa, dopo due anni particolari a causa della pandemia mondiale, ritorna nella sua veste classica. Coni fedeli, i colori, le musiche che caratterizzano questo momento di fede e di rito centenario. Nonostante ciò, però, sarà un'edizione all'insegna della sobrietà, vista anche soprattutto la crisi politica che sta vivendo l'Europa.